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Il racconto di Laura: «Io, principessa e Super Mario»

Da Foglie del Fondo di maggio 2022. Scarica il numero completo qui

“Ogni cosa avviene sempre nel tempo e nel luogo giusti. Ogni cosa avviene quando sei pronto a riceverla.”
da “Il monaco che amava i gatti” di Corrado Debiasi

31 marzo 2022, sono a casa, vicino a me c’è Smila, la mia gattina. Smila, un nome che ricorda “smile”, sorriso. Quello che adesso è difficile avere. Sono in attesa del risultato della Pet fatta qualche giorno fa. L’esito mi dirà che ne sarà della mia vita. Mi sento pronta, come quando a scuola aspettavo il voto di una verifica. Sapevo di aver studiato, ma le domande potevano contenere trabocchetti. Mi ero applicata, avevo passato ore sui libri, ma sarebbe bastato per avere la valutazione sperata?

Anche questa volta ho fatto del mio meglio: seguito una sana alimentazione, il corso di yoga, le terapie, fatto i miei “piccoli rituali”. Saranno sufficienti per ricevere la giusta ricompensa? Anche perché agli esami ormai ci sono abituata, nonostante abbia da poco superato i 40. La prima volta fu nel 2014. Scoprii di avere un tumore al seno sinistro. Prima immagine: mi sono vista dentro una bara. Avevo paura. Paura delle terapie, per il mio futuro, per la mia vita. Ma avevo bisogno di tempo per poter vivere un amore appena nato. Un amore così forte e potente da permettermi di vivere. Se oggi sono qui, è grazie a quell’amore. Ne sono sicura.

La prima esperienza fu traumatica, ma da subito, nel mio percorso incontrai degli angeli custodi con parole che, ancora oggi, mi aiutano. Al corso di musicoterapia del Fondo Edo Tempia c’era una signora, più grande di me, ma con lo spirito di una ragazzina. «Io l’ho avuto tre volte» disse «ma tra una volta e l’altra mi sono sempre divertita». A quei tempi pensai: «Spero non mi torni, ma se dovesse capitare, vorrei avere la stessa grinta». Allora, come oggi, ho fatto tutto ciò che era ed è nelle mie capacità per guarire.

C’è un punto fermo in questa avventura: avere totale fiducia nei medici. Ognuno di noi ha una professionalità, io disegno tessuti di alta moda, loro aiutano chi ha un tumore. Loro sanno cosa è giusto fare. I medici dell’oncologia sono delle rocce, lavorano ininterrottamente insieme agli infermieri, senza sosta, anche perché, anche se non si dice mai abbastanza, noi malati oncologici purtroppo siamo sempre più numerosi. Anche in questo periodo di emergenza sanitaria, nonostante i turni massacranti, la carenza di personale e le limitazioni, ci sono sempre accanto.

La prima volta persi i capelli. Vedere le ciocche cadere a una ad una, specie per una giovane donna, non è facile. Tutt’altro. Vedi parte della tua femminilità scivolare nello scarico della doccia. Il tuo viso cambiare. E questo dolore si va a sommare a quello fisico. Indossai una parrucca. Nessuno si era accorto che avessi il cancro, e a chi chiedeva della nuova piega rispondevo: «A noi donne piace cambiare». Poi pian piano i miei capelli sono ricresciuti. Nuovo taglio corto e voilà. Ma per chi non amasse questa soluzione, non è l’unica possibile. Oggi è facile trovare bellissimi foulard colorati, che indossati con disinvoltura insieme magari a accessori vistosi, possono diventare accessorio moda e illuminare il viso. Un viso che può essere valorizzato anche con il make-up. E anche in questo caso, il progetto “La forza e il sorriso” è una manna dal cielo.

Questa volta, nonostante la ricomparsa del tumore, sono stata fortunata. Grazie al Dignicap, una speciale cuffia con un sistema di raffreddamento del cuoio capelluto, sono riuscita a salvare i miei capelli naturali. Bisogna avere delle piccole accortezze: fare lavaggi il meno possibile e utilizzare solo acqua fredda e procedere a una piega con aria fredda o appena tiepida. È stato di grande aiuto, soprattutto per il morale, che al secondo round, ne è uscito sicuramente più ammaccato.

Il mio attuale “ospite” è una recidiva, ossia una metastasi del precedente tumore al seno, mi hanno prescritto una terapia di prima linea, quindi più forte. La prima volta le terapie mi avevano causato solo una sensazione di nausea, nemmeno troppo fastidiosa. Questa volta mi stanno dando del filo da torcere, specie alle mucose. Ma come detto, nel mio percorso, ho sempre trovato degli angeli nel momento del bisogno.

Alla prima chemio, otto anni fa ero terrorizzata. Pensavo: «Chissà cosa mi capiterà quando queste sostanze entreranno nel mio corpo». In stanza con me c’era una paziente che aveva colto la mia paura e mi disse: «Io sono sempre stata bene. Vedrai, starai bene anche tu». Non so chi fosse, non l’ho più incontrata. Ma così è stato. Anche questa volta ho pensato positivo, ma essendo più forti gli effetti, ho qualche dubbio in più. Anche se mi ripeto continuamente: «Se stanno intaccando parte del mio corpo così, saranno altrettanto potenti nella lotta contro l’intruso».

Bisogna essere sempre fiduciosi e crederci, crederci davvero. Con i “se”, i “ma”, i “forse” e “però” tutto sarà più complesso, sono limiti della nostra mente. Per questo, servono tanti pensieri positivi. E come diceva Marco, l’uomo che mi è sempre stato vicino nella lotta al tumore al seno, avere sempre progetti, progetti per il futuro, e visualizzarli, per fare in modo di poterli realizzare. Sapete cosa mi ha aiutato tanto? Una dottoressa una volta mi disse: «Tu vedi le persone qui, che si curano, si lamentano, hanno avuto il tumore più volte. Ma quelli guariti sono la maggioranza. Non li vedi perché non sono qui, ma a casa».

Quindi dobbiamo credere nell’impossibile, la vita a volte non è facile, ma tutto è possibile, se lo vuoi davvero. Credo che il mio corpo mi abbia mandato un messaggio. Dovevamo fare pace. Avevo smesso di ascoltarlo, di percepire le sensazioni e i messaggi che mi mandava. In questa vita frenetica, a volte ci sfuggono cose importanti. Per questo motivo, ho deciso di riprendere a fare yoga e in queste settimane sto seguendo il corso disponibile al Fondo. Oltre a trovarmi con donne meravigliose che hanno affrontato le mie stesse difficoltà, l’insegnante ci guida nella pratica a ascoltare il nostro corpo e i nostri limiti e ad usare il respiro per ascoltarci ed allontanare ansie e paure.

In questo momento, seduta sul divano in attesa di una telefonata, ho però bisogno di buone notizie, di sapere che sono in cima alla montagna e che la salita è finita e che inizio a intravedere la discesa, oltre non riesco ad andare. Io sto bene, i miei valori del sangue sono sempre stati a posto. Questo per me anche grazie al miele che mangio ogni mattina. Suggestione? Forse. Ma studi medici hanno verificato le sue potenti proprietà.

È vero che il tempo è relativo: ora ogni istante di questa attesa sembra eterno. Quando ho saputo che il tumore era tornato ho detto a mia mamma: «La prima volta siamo state brave, abbiamo vinto la battaglia. Ma ora è come se fossimo in un videogame, abbiamo passato il livello, ma ora siamo arrivati a quello successivo, quello con il super cattivo e per salvare la principessa bisogna sconfiggerlo definitivamente». E accanto a me, ad affrontare i nuovi livelli, proprio come Super Mario, ho tanti aiutanti, che io chiamo Luigi. Il più errante dei miei eroi e mamma: leone per lo zodiaco, ma anche vera leonessa nella vita. Una donna forte e insostituibile, al mio fianco ogni momento. Poi c’è mia sorella, era con me quando mi hanno dato la notizia poco prima di Natale. Con lei le stiamo provando tutte: è convinta che ci siano delle pietre guaritrici sparse per il Piemonte, nei vari santuari o luoghi di culto. Ci andiamo assieme, anche con Luca, Silvia e Fabio. Affrontiamo viaggi, sentieri impervi, raccogliamo sassolini. E ridiamo, ridiamo tanto. Sono momenti che aiutano l’umore e chissà, forse anche il resto.

A proposito di Fabio. Fabio è il mio fidanzato. Lo era da pochi mesi quando ho scoperto che “era tornato”. E alla notizia non è scappato. Mi coccola, mi fa sentire bella, mi fa sentire donna. A volte non sa come consolarmi nei momenti di sconforto. Ma in quei momenti sdrammatizziamo assieme: gli ho detto che sono il suo peperoncino, chi gli potrebbe movimentargli di più la vita con tutti questi imprevisti? Ricordatevi se amate qualcuno il regalo più importante che potete fargli è la vostra presenza, perché la vita a volte non è facile, ma basta un complice e risulta tutto più semplice.

Ora, fissando il telefono, prego mio padre. Tra un tumore e l’altro è mancato, ma ho sempre percepito la sua presenza, sono sicura che mi ha sempre aiutato e lo farà anche questa volta. È un “Luigi speciale”. Come detto, ho una serie di “amuleti” portafortuna. Uno però è davvero unico.

Una signora del Fondo con una cravatta di papà ha creato tre splendide collane. Una per me, una per mia madre, una per mia sorella. Un ricordo esclusivo per averlo sempre accanto. Sono così belle che quando le abbiamo viste ci siamo commosse tutte. Penso che anche se a volte c’è un destino già scritto, noi possiamo fare un miracolo e cambiarlo con fiducia e costanza, mettendocela tutta, a modo nostro, con l’energia e la positività delle persone che abbiamo accanto e ci accompagnano in questa avventura. In questi mesi ho continuato a vivere e godermi la vita, perché sennò mi sarei persa tre mesi di momenti speciali. Ho cercato di fare le cose che mi fanno emozionare e sentire viva. Ma perché dobbiamo aspettare di avere una vicinanza con morte per ritrovare le nostre passioni e del tempo per noi?

Capitano anche i momenti di sconforto. Eccome se capitano. E un supporto psicologico ci aiuta a vedere le nostre difficoltà da un’altra prospettiva. Al Fondo la dottoressa Paola è bravissima, dona sempre perle di saggezza, con il suo sorriso, che si vede dagli occhi, perché oggi a complicare tutto c’è anche questo maledetto Covid. A volte non vogliamo pesare le nostre paure e pensieri sui famigliari, parlare con un professionista lascia uscire le paure e permette di ottenere consigli preziosi.

Nella mia vita rifarei tutto, le cose belle, ma anche gli errori. Affronterei anche i tumori perché sono state delle sfide stimolanti e mi hanno regalato anche alcuni dei ricordi più belli della mia vita. Ti cambiano, ti trasformano, ti mettono alla prova, ti fanno lottare e ti permettono di superare i limiti, ma ti portano a comprendere che la vita è un dono. È come una magia e va vissuta a pieno.

Vivete le emozioni, non perdete le occasioni, rischiate, frantumatevi il cuore e risorgete, sono le emozioni e l’amore che fanno sentire vivi, per ogni fine c’è un nuovo inizio. E a chi si lamenta sempre senza avere nulla consiglierei un giro nel polo oncologico di Novara, stanza n°4. Fermatevi ad ascoltare le donne che ogni giorno affrontano la vita, le loro sfide con grinta e determinazione. Ognuna con la sua storia, la sua forza, il suo spirito. Loro sono le vere eroine con grinta, cuore e cervello. Tutte affrontiamo le giornate no, cadiamo e ci rialziamo.

Suona il telefono… È l’ospedale, è arrivato l’esito dell’esame. Sudo freddo, i battiti accelerano. E il momento che tanto stavo aspettando. Ho paura, tanta paura. Pensieri positivi: la mia famiglia, il mio amore, le mie amiche, i viaggi, il ballo, le giornate di sole, il mare, la pizza. La dottoressa dice: «Mai visto una Pet così bella». Si intravede la discesa. Smila, possiamo sorridere.

Questo articolo è dedicato a tutte le donne che devono e sanno lottare. Perché la forza la troviamo dentro di noi, siamo tutte un po’ principesse da salvare, ma anche Super Mario. Lo sono tutte le mamme, le sorelle, i fidanzati, gli amici e le amiche che devono lottare al nostro fianco.

Laura Ferrarese

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