«Non guardiamo più soltanto quale tumore abbiamo davanti agli occhi, ma anche quale tipo di mutazione presenta»: Daniele Liscia, direttore di anatomia patologica all’ospedale di Biella, ha sintetizzato così i vantaggi della collaborazione con il laboratorio di oncologia molecolare della Fondazione Tempia che, nei primi due mesi dalla firma della convenzione, ha permesso diagnosi più approfondite su 120 pazienti. La cifra è una delle tante enunciate durante una conferenza stampa che ha fatto il punto sul funzionamento della Digital Pathology, il sistema che dal febbraio del 2019 ha reso l’azienda sanitaria biellese la prima nel Nord Italia (e la seconda nella penisola, insieme a una realtà siciliana) ad aver reso completamente digitale l’archivio di campioni istologici, la cui analisi è alle fondamenta delle terapie per i malati di tumore.
L’investimento che ha consentito di avviare il progetto era stato compiuto grazie al contributo di Fondazione Tempia e Fondazione Cassa di Risparmio di Biella. «Oggi possiamo confermare il nostro sostegno fino al 2022» ha annunciato Pietro Presti, direttore generale della nostra onlus «per avviare, accanto a quella di diagnostica, anche attività di ricerca applicata». Qualcosa si è già mosso e anche in questo caso la Fondazione Tempia ne è protagonista: l’anatomia patologica già collabora con il laboratorio di genomica su un progetto di ricerca sul tumore alla prostata.
Daniele Liscia ha ricordato le caratteristiche della Digital Pathology: «Ogni vetrino con il campione istologico viene passato allo scanner e trasformato in un’immagine ad altissima risoluzione che viene archiviata nel cloud e quindi può essere esaminata ovunque ci si trovi attraverso internet. Il vantaggio è evidente: ognuno di noi può stilare un referto anche da casa, come è successo dunrante il lockdown, e richiedere un secondo parere o una consulenza è questione di poche ore e non di giorni». L’archivio oggi comprende 68mila campioni, la base per 10mila esami istologici e 8.500 esami citologici l’anno. La collaborazione con il laboratorio di oncologia molecolare ha contribuito ad affinare il processo di diagnosi. Il dottor Liscia ha spiegato come: «Dalla nostra serie di vetrini virtuali scegliamo quello più adatto a identificare una mutazione. E poi consegniamo il campione corrispondente al laboratorio per l’analisi molecolare, sulla base della quale l’oncologo può scegliere la terapia più adatta e personalizzata». «La grandezza di questo progetto – ha sottolineato Franco Ferraris, presidente della Fondazione Crb – sta nella capacità di mettere a beneficio di tutti la giusta diagnosi per una giusta cura».
Sul doppio ruolo della Fondazione Tempia, finanziatrice e partner del progetto, ha parlato la presidente Viola Erdini: «Ci muoviamo monitorando sul territorio le innovazioni in medicina, con l’aiuto del nostro comitato scientifico. Non facciamo altro che riportare questi bisogni perché diventino a beneficio di tutti». Il vantaggio è anche locale, come ha ricordato Pietro Presti: «L’ospedale di Biella può essere valorizzato, può diventare un ospedale che resta una struttura generalista di una piccola provincia ma che è in grado di diventare punto di riferimento a livello regionale e non solo, come è accaduto per la Digital Pathology». A fare gli onori di casa, nella conferenza stampa, sono stati i nuovi vertici dell’azienda sanitaria: il direttore generale Mario Sanò, e i direttori sanitario e amministrativo Claudio Sasso e Paolo Garavana.