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Da Biella a Barcellona in bici per sostenere prevenzione e ricerca sul cancro alla prostata

Biella-Barcellona gruppo 2
(foto Nicolò Caneparo)

Sei amici con la passione in comune per la bicicletta, sei giorni di tempo per raggiungere la Spagna, sei tappe da poco meno di 200 chilometri ciascuna, e un obiettivo nobile: raccogliere fondi per sostenere un progetto di prevenzione e ricerca sul cancro alla prostata. È questa la sintesi di “Biella-Barcellona 2020”, l’iniziativa che prenderà il via sabato 5 settembre dalla sede del Fondo Edo Tempia, luogo scelto per la partenza perché l’associazione, con la sua storia lunga quarant’anni al fianco di cittadini e pazienti, sarà la beneficiaria della generosità dei sostenitori dell’impresa.

Per il gruppo di ciclisti amatoriali non è una novità inventarsi una corsa a tappe per raggiungere mete lontane: quasi tutti coetanei, alcuni di loro decisero di festeggiare il cinquantesimo compleanno, nel 2017, arrivando fino a Parigi. Questa volta si pedalerà verso ovest, approfittando dell’occasione per toccare luoghi celebri e cari a chi ama lo sport della bicicletta come il Mont Ventoux, la vetta dell’Alta Provenza diventata nel tempo una delle montagne mitiche del Tour de France. In sei affronteranno la spedizione in sella: cinque biellesi (Filippo Vaglio Tessitore, Lorenzo Acquadro, Luca Sciarretta, Marco Guidetti e Paolo Maggia, sindaco di Gaglianico e presidente di Ener.Bit) e un eporediese (Massimiliano Morella, di Lessolo) saranno scortati da un furgone d’appoggio che li seguirà passo dopo passo con pezzi di ricambio, acqua e integratori. Ognuno di loro ha scelto un soprannome per l’impresa (anche se sulla divisa speciale nera e fucsia hanno preferito scrivere i nomi di battesimo). Ma, soprattutto, insieme hanno condiviso lo scopo benefico della pedalata: «Abbiamo scelto il Fondo Edo Tempia e il suo progetto riguardante il cancro alla prostata» raccontano «perché vogliamo anche mandare un messaggio a chi ha la nostra età. Tenersi sotto controllo è importante e per prevenire questo tipo di tumore basta poco: un esame del sangue che, al Fondo, si può fare gratuitamente». Per contribuire alla raccolta fondi basta andare su internet, alla pagina dedicata sul sito di Rete del Dono, già attiva. L’obiettivo che si sono posti i sei ciclisti è raggiungere almeno 3mila euro di offerte.

Dopo la partenza dalla Fondo Edo Tempia, le sei tappe sono già programmate: la prima porterà fino a Briançon, con il “gran premio della montagna” sul colle del Monginevro. La seconda si addentrerà nelle Alpi Marittime per arrivare fino a Sault. La terza inizierà con la scalata del Mont Ventoux per poi scendere verso il mare, fino a Arles. Si chiuderà con le soste a Narbonne, a Figueres dopo il superamento del confine tra Francia e Spagna e da qui, giovedì 10, l’ultima fatica fino a Barcellona. Il totale è di circa 1000 chilometri. Sarà possibile seguire quasi in diretta l’impresa anche sulla pagina Facebook Biella-Barcellona 2020, oltre che sui canali web e social del Fondo Edo Tempia.
I protagonisti

Paolo Maggia. Di Gaglianico, comune di cui è anche sindaco, ha 53 anni, è sposato, ha due figli ed è architetto. Appassionato di ciclismo fin da bambino, ha gareggiato fino all’età di 23 anni tra i Dilettanti (e oggi il figlio Luca è uno degli Allievi dell’Ucab) per poi riprendere tra gli Amatori circa un decennio fa. «Per me la bici è libertà, respirare aria fresca a pieni polmoni e semplicità nella condivisione di esperienze ed emozioni con i compagni di viaggio».
Soprannome alla Biella-Barcellona: l’Alcalde.

Filippo Vaglio Tessitore. Imprenditore biellese di 55 anni, sposato e con due figli, per anni ha usato la bicicletta per gli allenamenti da sciatore agonista, per poi riscoprirla negli ultimi tempi sotto una luce diversa: «Pur non amandola sempre per la fatica che mi fa fare, mi sa aprire orizzonti e spazi di libertà infinita che mi ripagano degli sforzi».
Soprannome alla Biella-Barcellona: il Moicano.

Luca Sciarretta. Docente («ma precario») a scuola, ha 53 anni, è sposato e ha quattro figli maschi. Cresciuto in una famiglia di appassionati della bicicletta, compresa una zia invalida che guardando il Giro d’Italia alla tv «riusciva a viaggiare anche lei», ha tifato per Moser e soprattutto per Bugno. «La bicicletta è fatica e soddisfazione. Il mio giro ideale è partire da casa e arrivare in un posto lontano, pedalando tutto il giorno».
Soprannome alla Biella-Barcellona: el Capitan.

Lorenzo Acquadro. Commerciante di dolciumi nell’azienda di famiglia, è di Sagliano, sposato e con tre figli. Alle scuole superiori era il compagno di banco di Paolo Maggia, con cui ha condiviso l’amore per la bici, alternando strada e mountain bike. «Per me è una passione coltivata per il piacere di pedalare con gli amici e per la salute».
Soprannome alla Biella-Barcellona: el Geranio.

Marco Guidetti. Ha 53 anni, è di Vigliano e fa l’impiegato. Sposato, due figli, è l’organizzatore del gruppo, che disegna tappe e percorsi. «In bicicletta mi sento libero dai pensieri e dagli affanni. Pedalare mi dà felicità e il ritmo lento imposto dalla fatica mi fa apprezzare ancor di più quello che faccio».
Soprannome alla Biella-Barcellona: el Coordinator.

Massimiliano Morella. L’unico non biellese del plotone (anche se lavora a Biella da anni) è un impiegato di 50 anni, sposato e con una figlia. Pedala da quando aveva 11 anni. Il festeggiamento per il suo “mezzo secolo” è stata la causa scatenante di questo viaggio, «anche se poi si sono aggiunti altri nobili motivi. La bicicletta è fatica, libertà ma anche sorriso, quello di soddisfazione per il colle conquistato, per la battuta ascoltata, per le chiacchiere scambiate con le persone che s’incontrano…».
Soprannome alla Biella-Barcellona: el Niño.

Ernesto Vigna. Componente imprescindibile della spedizione, sarà al volante del furgone di appoggio al gruppo di ciclisti, un ruolo che aveva già rivestito nella Biella-Parigi del 2017. Sarà anche l’unico a ripercorrere su strada il ritorno, mentre i pedalatori rientreranno in Italia in aereo.
Soprannome alla Biella-Barcellona: el Tino.
Le tappe

Sabato 5 settembre: Biella-Briançon
194 chilometri, 2.820 metri di dislivello positivo

Domenica 6 settembre: Briançon-Sault
180 chilometri, 1.650 metri di dislivello positivo

Lunedì 7 settembre: Sault-Mont Ventoux-Arles
125 chilometri, 1.400 metri di dislivello positivo

Martedì 8 settembre: Arles-Narbonne
170 chilometri, 420 metri di dislivello positivo

Mercoledì 9 settembre: Narbonne-Figueres
121 chilometri, 170 metri di dislivello positivo

Giovedì 10 settembre: Figueres-Barcellona
141 chilometri, 1.050 metri di dislivello positivo

Il progetto
MetaPsa è il progetto studiato dal laboratorio di genomica della Fondazione Tempia per sostenere la prevenzione sul tumore alla prostata ma, nello stesso tempo, per dare una spinta alla ricerca. Già vincitore del premio della Reale Foundation riservato a progetti in ambito sanitario, ha l’obiettivo di diffondere in modo più capillare, specialmente tra gli uomini che hanno compiuto i 50 anni, l’importanza di fare periodicamente controlli. E lo fa anche attraverso la distribuzione di un opuscolo informativo che invita anche ad aderire al “programma prostata” dell’associazione biellese. Il più semplice e diffuso esame per prevenire questo tumore è il test del Psa, una proteina il cui valore è indicatore di possibili problemi. Il laboratorio di genomica è però al lavoro su diverse metodologie di test, studiando nuovi marcatori analizzabili nel sangue da abbinare al Psa.

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