È anche grazie al laser a olmio che la struttura complessa di urologia dell’ospedale di Biella ha raggiunto risultati lusinghieri, diventando il sesto reparto del Piemonte e il primo nel quadrante nord-orientale per il trattamento chirurgico dell’ipertrofia prostatica. Il risultato è sancito dal Piano Nazionale Esiti, lo strumento del ministero della Salute che fornisce valutazioni su efficacia, equità, sicurezza e appropriatezza delle cure su tutto il territorio italiano. E arriva a due anni dalla donazione all’Asl di Biella dell’apparecchiatura, frutto di uno dei tanti investimenti sulla sanità pubblica fatti dalla Fondazione Tempia e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella.
Il tipo di laser è un apparecchio ad alta potenza, di ultima generazione, che permette soprattutto di trattare in modo poco invasivo i calcoli urinari e l’ipertrofia prostatica, due condizioni estremamente diffuse nella popolazione. Nei primi due anni dalla sua entrata in funzione gli interventi svolti sono stati 630 e hanno compreso anche quelli per il trattamento di alcuni tumori delle vie urinarie e della stenosi dell’uretra. Si tratta di tecniche innovative prima non presenti a Biella con conseguente disagio per i pazienti che dovevano rivolgersi ad altre strutture. «Si pensi ad esempio all’ipertrofia prostatica» spiega il primario Stefano Zaramella «che è una patologia molto diffusa nel maschio. Il trattamento con l’intervento tradizionale è molto più invasivo e soggetto a sanguinamenti». L’utilizzo già intensivo del laser a olmio è destinato ad aumentare ulteriormente: l’apparecchiatura è una delle poche in regione adatta per l’intervento di disostruzione prostatica, la cosiddetta “Holep”.
Le statistiche ministeriali mettono poi questa tendenza nero su bianco. In Piemonte solo cinque strutture sanitarie eseguono un numero di interventi l’anno più alto per quanto riguarda l’ipertrofia prostatica. Nessuno di questi è nel quadrante di Nord Ovest e si tratta di ospedali soprattutto di Torino e cintura, dove il numero di abitanti è estremamente più alto. Per questa patologia, insomma, Biella è diventata un punto di riferimento.
«I risultati ottenuti sono motivo di grande soddisfazione» prosegue Stefano Zaramella. «Sono il frutto di un lavoro in team fra ospedale e territorio. E a tal proposito desidero ancora una volta ringraziare la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e la Fondazione Edo ed Elvo Tempia, che fin da subito hanno compreso e creduto nel progetto e che in generale sono promotori da sempre del miglioramento tecnologico dell’Ospedale di Biella. Un ringraziamento va inoltre alla direzione che ha sempre supportato e promosso progetti di chirurgia mini-invasiva, a tutto il personale medico della struttura complessa di urologia e a tutti gli anestesisti e infermieri. Senza il loro impegno e la loro dedizione questi risultati sarebbero impensabili».
«Grazie al fondamentale sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella» aggiunge la presidente della Fondazione Tempia Viola Erdini, «siamo riusciti a donare questa importante tecnologia chirurgica alla struttura complessa di urologia che, grazie alla sua équipe diretta dal dottor Zaramella, è riuscita ad utilizzarla al meglio, raggiungendo numeri davvero notevoli. In particolare, in occasione del Novembre Azzurro, mese di sensibilizzazione della patologie prostatiche promosso da Europa Uomo, a cui aderisce anche il Fondo Edo Tempia, non possiamo che esprimere la nostra piena soddisfazione visto che uno dei principali ambiti di utilizzo del laser è l’ipertrofia prostatica, così diffusa nella popolazione maschile».
«Attenzione ai bisogni del territorio e investimento sulle tecnologie più avanzate: sono queste le direttrici che guidano l’intervento della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella per la salute dei biellesi» sottolinea il presidente Franco Ferraris. «I numeri e i risultati raggiunti grazie alle tecnologie messe a disposizione in collaborazione con la Fondazione Tempia parlano chiaro. Sono certo che nei prossimi anni l’ospedale di Biella diventerà sempre più un punto di riferimento per tutto il Piemonte».
«I risultati che emergono dal Piano Nazionale Esiti» chiude il commissario dell’Asl di Biella Diego Poggio «sono di certo un’attestazione dell’impegno e della dedizione profusa dai nostri professionisti, ma sono altresì la dimostrazione che le competenze possono essere ancor più essere valorizzate laddove vi è un sistema organizzativo dotato di strutture e tecnologie in grado di sostenere nel modo adeguato l’attività degli operatori. Grazie alla Fondazione Edo ed Elvo Tempia e alla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella tutto ciò è stato possibile nel nostro ospedale. Questa sinergia ha fatto sì che numerosi pazienti oggi trovino a Biella la risposta di cui hanno bisogno».
Sempre scorrendo il rapporto annuale 2018 del Piano nazionale esiti l’urologia di Biella si attesta al secondo posto come numero di neoplasie del rene trattate nel Piemonte Orientale, dietro all’Ospedale Maggiore di Novara, e al terzo posto per interventi nel tumore della vescica dopo Novara e Alessandria, ma al primo posto fra i centri che non dispongono di tecnologia robotica, sempre più ricercata dai pazienti. Questi risultati sono il frutto dell’impiego costante della chirurgia mini-invasiva laparoscopica nel trattamento di queste patologie, determinando poche complicanze e un buon tasso di soddisfazione da parte dell’utenza.