Nacque tutto da un’intuizione di Umberto Veronesi, convinto che si potesse evitare di asportare l’intera mammella alle donne malate di tumore al seno, ovviamente a determinate condizioni. «Si avviò uno studio per provare a passare a un intervento chirurgico meno invasivo» ha raccontato Alberto Costa, il chirurgo senologo nato a Biella che per quarant’anni è stato vicino alle avanguardie nella cura del cancro. «E fu una spinta anche per la prevenzione: le donne per prime capirono quanto fosse importante accorgersi della malattia quando non era ancora in fase avanzata». La narrazione di Costa, quarant’anni di carriera e un ruolo da consigliere speciale della Commissione Europea, ha animato la serata di lunedì 5 febbraio a palazzo Gromo Losa, organizzata dal Fondo Edo Tempia per la giornata mondiale contro il cancro.
Intervistato dalla giornalista Paola Guabello, ha ripercorso tappe, successi e collaborazioni della sua vita, da quella con Veronesi («Anticipai il servizio militare e fu la mia fortuna: l’ultimo posto disponibile era al suo fianco») a quella con Elvo Tempia: «Ricordo le sue chiamate. Voleva sapere le ultime novità della medicina per provare a portarle anche a Biella». Accadde anche con lo screening, diventato oggi un caposaldo della prevenzione dei tumori: «L’intuizione di Tempia fu di portare le mammografie paese per paese, in un territorio pieno di montagne e di valli come il Biellese. Il suo cruccio?» ha aggiunto, sorridendo. «Si rammaricava che in certe zone le donne non andassero a fare l’esame se non glielo diceva il parroco».
Oggi i programmi di screening sono regionali e il Fondo Edo Tempia continua a collaborare con l’azienda sanitaria di Biella per renderli sempre più capillari. «Nel 2023» ha ricordato Milena Vettorello, medico dell’Asl referente per il programma «sono stati inviati più di diecimila inviti alle donne del territorio per le mammografie». Gli altri due programmi sono per la prevenzione dei tumori all’utero e al colon retto: «Questo è particolarmente importante» ha ricordato Costa «perché consente di individuare i polipi da cui c’è il rischio di sviluppare il cancro. Eliminandoli, si toglie il terreno di coltura ideale alla malattia». Le ultime novità che arrivano da Bruxelles parlano di un impulso per allargare i programmi anche allo screening del tumore della prostata e del polmone, seguendo per quest’ultimo la regola del “20×20”, sottoponendo a esame le persone che hanno fumato 20 sigarette al giorno per vent’anni. C’è anche l’aiuto del Fondo Edo Tempia e dei suoi laboratori di ricerca per arrivare alla personalizzazione della prevenzione basata sul rischio di ognuno di ammalarsi: Maurizia Mello Grand del laboratorio di genomica ha illustrato gli studi in corso su seno, prostata e colon retto.
La conversazione, ospitata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e punteggiata di divertenti aneddoti della vita personale di Costa, è stata intervallata dagli intermezzi musicali di Davide Faccini e Luca Mancuso, giovani musicisti studenti dell’Accademia Perosi, e dall’arte di Gianni Depaoli con le opere che ha donato al Fondo Edo Tempia a sostegno della ricerca. La presidente della Fondazione Tempia Viola Erdini ha chiuso la serata consegnando ad Alberto Costa una targa ricordo e chiamando sul palco per la piccola cerimonia anche Francesca Merzagora e Rosanna D’Antona, presidenti di Fondazione Onda per la medicina di genere e di Europa Donna Italia, realtà a cui il medico biellese ha dato impulso fin dalla loro nascita.