“Da Verbania con passione…” è proprio il caso di questo allegro gruppo di signore che si sono avvicinate al Fondo Edo Tempia per contribuire alla realizzazione di un progetto per le donne. Si tratta dello studio di ricerca Proteus donna, che riguarda tutto il Piemonte ed è realizzato da Regione Piemonte, CPO, CSI, im3D, Università di Torino e Fondazione Tempia.
Lo scorso 7 marzo anche all’Ospedale di Verbania (a Biella ed in altri centri del Piemonte è attivo da oltre un anno) è partito il progetto che punta al miglioramento della diagnosi precoce del tumore della mammella, con il prezioso impegno delle volontarie del Fondo Tempia per l’accoglienze delle donne che aderiscono allo screening.
“Proteus Donna” ha l’obiettivo di mettere a confronto gli esiti della mammografia tridimensionale con quelli della mammografia tradizionale (a due dimensioni).Il progetto si colloca nell’ambito del programma regionale di screening “Prevenzione Serena” e si rivolge alle sole donne tra i 46 e i 68 anni di età, invitate tramite lettera. Mentre la normale mammografia è in grado di ricavare immagini “piatte” del seno”, quella a tre dimensioni può mostrarne anche il volume. Sebbene la mammografia a due dimensioni sia ad oggi l’unico esame validato nello screening dei tumori della mammella, “Proteus Donna” nasce per confrontare queste due differenti metodiche sotto il profilo clinico, della prevenzione e tecnico-organizzativo, con l’obiettivo ultimo di ridurre i decessi per tumore al seno.
Il progetto è attivo da maggio 2015 anche all’Ospedale di Biella, il “degli Infermi” è stato tra i primi centri d’Italia ad adottare questa innovativa tecnica, sempre grazie al prezioso supporto delle volontarie del Fondo Edo Tempia che si occupano dell’accoglienza.
La coordinatrice delle volontarie, Maria Teresa Guido, ha accompagnato le ospiti del Verbano a visitare la sede del Fondo e ha illustrato loro le attività e i progammi attivi. La presidente del Fondo Simona Tempia commenta “l’obiettivo di questo progetto è migliorare la prevenzione, al fine di ridurre la mortalità per tumore al seno. La nostra Fondazione può continuare a realizzare progetti di questa portata grazie al sostegno delle istituzioni e della popolazione, e al grande aiuto di tutti i nostri volontari a cui siamo estremamente grati”.