“Le cure non si fermano” era stato lo slogan del Fondo Edo Tempia nei mesi più duri della pandemia. Ora sono i numeri a confermare che davvero non si sono fermate: nel 2020 sono state offerte oltre 20mila prestazioni ai pazienti biellesi e vercellesi, senza contare quelle legate direttamente all’emergenza-coronavirus come la postazione per i tamponi drive in a Biella, resa possibile a partire da aprile grazie al lavoro del personale della onlus a servizio dell’azienda sanitaria.
Il numero è inferiore a quello del 2019, ma il lavoro ha risentito di una serie di difficoltà: gli ambulatori di prevenzione, per esempio, sono rimasti chiusi per più di due mesi in primavera, in rispetto alle disposizioni anti-contagio. Allo stesso modo sono rimasti fermi a lungo i programmi di screening. «Nonostante tutte le avversità» dice Viola Erdini, presidente della Fondazione Tempia. «da giugno a dicembre abbiamo cercato di recuperare tutte le visite e le prestazioni rimaste indietro nei mesi di chiusura, con la consapevolezza che diagnosi precoce e prevenzione salvino la vita».
Proprio le lacune create dal lockdown per i pazienti oncologici sono state più volte rimarcate a livello nazionale. Se nel resto del Piemonte il ritardo negli screening aveva raggiunto a settembre cifre preoccupanti, con prestazioni dimezzate rispetto al passato, i tre programmi in cui è coinvolta la onlus biellese, su mandato della Regione e coordinata dall’Asl, hanno chiuso l’anno con 12.241 esami effettuati tra le mammografie, i test citologici e quelli al colon-retto. È rimarchevole il ritmo elevato tenuto nell’ultimo trimestre: i test citologici sono stati in media 542 al mese tra ottobre e dicembre, quelli del 2019 erano stati 543, consentendo di raggiungere un tasso vicino alla normalità. Si è invece abbassato – e questo è un dato più preoccupante – il tasso di risposte agli inviti a partecipare agli screening, dal 49,3% del 2019 al 39,6% del 2020. È probabilmente la conseguenza del timore a uscire di casa e presentarsi in ospedale o in ambulatorio in tempi di pandemia, senza contare le disdette di chi ha scoperto di essere positivo al virus all’ultimo momento. «Ma durante tutto il periodo – ricorda il direttore sanitario Adriana Paduos – abbiamo offerto prestazioni tenendo conto di tutte le disposizioni di sicurezza».
Quanto agli ambulatori di prevenzione, le prestazioni fornite sono state 3.890, un numero che risente solo in parte delle chiusure forzate nell’ultima settimana di febbraio e nel periodo di “zona rossa”, dal 6 marzo al 31 maggio. I cittadini, soprattutto da giugno in poi e nonostante il rallentamento estivo, sono tornati a prenotare in massa le visite gratuite con quelle per il controllo dei nei a fare la parte del leone, 1.773 anche nel 2020. È stata considerevole anche l’adesione agli eventi speciali dedicati alla prevenzione del tumore al seno, a ottobre, e a quello alla prostata a novembre, con 143 prestazioni fornite in soli due giorni.
In un anno così complicato, non stupisce che un incremento delle prestazioni si sia registrato per i centri di ascolto psicologico: il lavoro svolto sia in quello di Biella sia tra Vercelli e Gattinara è stato più intenso rispetto ai dodici mesi precedenti con rispettivamente 1.718 e 1.464 colloqui in un anno. Del resto proprio la pandemia ha in parte cambiato e ampliato la disponibilità, con i contatti telefonici e in videochiamata che hanno sostituito a lungo gli incontri in presenza e il sostegno che, in seno al progetto “Uniti in rete”, è stato fornito al servizio di psicologia ospedaliera dell’Asl di Biella per potenziare il servizio.
Se il lavoro dei volontari in oncologia ha risentito delle ovvie limitazioni agli accessi nei reparti per limitare i rischi di contagio, non si è fermato nemmeno il servizio di trasporti, che il Fondo Edo Tempia garantisce ai pazienti che hanno necessità di ricevere terapie o consulti medici in città più lontane. Le auto del Fondo si sono mosse 829 volte in un anno dalle sedi di Biella e di Ponzone, per un totale di oltre 53mila chilometri percorsi.