Settanta le persone prese in carico nel 2019, quasi seicento quelle che hanno cercato di smettere di fumare grazie al Fondo Edo Tempia in più di quindici anni di attività: è nelle cifre l’impegno della onlus biellese per limitare una delle principali cause legate al tumore ai polmoni perché, come sottolineano gli esperti con ancora più forza in occasione della giornata mondiale senza tabacco, è persino banale ormai dire che il fumo fa male.
Non ci saranno come era accaduto gli anni scorsi iniziative pubbliche di sensibilizzazione in occasione della giornata, che cade il 31 maggio, per le limitazioni dovute alle prescrizioni anti-contagio. Ma il lavoro del Centro trattamento tabagismo del Fondo Edo Tempia, che lavora in coordinamento con l’Asl di Biella, è sempre proseguito, nei limiti del possibile. Lo dimostrano le statistiche dell’attività svolta l’anno scorso: sono state 70 le persone che si sono rivolte allo sportello e 244 le prestazioni effettuate dalle psicologhe del centro, suddivise tra individuali e di gruppo. Nel dettaglio, due persone si sono rivolte allo sportello di via Malta per una consulenza individuale, 40 hanno preso parte ai colloqui motivazionali che precedono il corso antifumo, frequentato da 27 persone. Sono state 26 invece le richieste telefoniche.
La nuova edizione del corso antifumo partirà appena sarà possibile svolgere gli incontri di gruppo in piena sicurezza. Proprio la dinamica di gruppo è uno dei punti di forza del metodo che, da un lato, offre sostegno psicologico e informazioni legate al consumo e alla disassuefazione da tabacco e dall’altro stimola l’auto-mutuo-aiuto tra i partecipanti, favorendo la condivisione delle difficoltà e dei successi. I “corsisti”, attraverso i vari incontri, hanno l’opportunità di spogliare la sigaretta dalle valenze che erroneamente le erano state attribuite nel corso degli anni; per fare qualche esempio tra i più comuni, la sigaretta come premio, come sostegno, come piacere, come valvola di sfogo… L’assetto di gruppo inoltre fa da cassa di risonanza di esperienze e può rafforzare la volontà di smettere, il confronto e la sfida. «Condividere lo stesso obiettivo e lo stesso sforzo» dicono le psicologhe «e confrontarsi nelle diverse personalissime modalità di reazione, rappresenta un potente mezzo di conoscenza e di cambiamento dei comportamenti».