La diagnosi e la terapia del tumore all’ovaio potranno essere più efficaci grazie al laboratorio di oncologia molecolare della Fondazione Tempia: la struttura, che ha sede all’Ospedale degli Infermi di Ponderano, ha ottenuto la certificazione di qualità europea per l’esecuzione del test genetico somatico BRCA1 e BRCA2, che consente di identificare le pazienti che risponderanno meglio a uno specifico trattamento farmacologico, per una patologia che colpisce 5.200 donne ogni anno in Italia e per cui il tasso di sopravvivenza a cinque anni è ancora basso.
La notizia dell’esame superato è arrivata proprio in concomitanza con la festa della donna. «È solo una coincidenza» sorride Viola Erdini, presidente della Fondazione Tempia. «Ma, proprio l’8 marzo, mi piace sottolineare come questo sia uno dei tanti fronti su cui ci impegniamo per la salute delle donne, che da sempre fa parte delle missioni principali della nostra associazione». Per il laboratorio diretto da Maria Scatolini si tratta della terza certificazione ottenuta dall’Emqn (European molecular genetics quality network), dopo quelle per i test sui tumori al colon e al polmone.
«Il tumore dell’ovaio» spiega Maria Scatolini «è una patologia per cui non esistono metodiche di screening e di prevenzione semplici ed efficaci. La sopravvivenza a cinque anni è bassa perché circa l’80% dei tumori viene diagnosticato in fase avanzata». Avere ereditato una mutazione nei geni BRCA1 e BRCA2 aumenta fino a cinquanta volte il rischio di sviluppare, anche in età relativamente precoce, il tumore ovarico. «Oggi la frontiera della medicina di precisione» prosegue Maria Scatolini «punta a una lettura dettagliata del genoma per mostrare, in pazienti con lo stesso tumore, le diverse mutazioni genetiche che determinano differenti risposte a precise strategie terapeutiche. Con il test genetico effettuato sul tessuto tumorale, sarà possibile identificare le pazienti che potranno maggiormente beneficiare del trattamento con una particolare classe di farmaci, denominati inibitori di PARP».
Le pazienti con carcinoma dell’ovaio sieroso di alto grado potranno sottoporsi al test che sarà eseguito grazie alla tecnologia del sequenziamento massivo parallelo dei geni BRCA1 e BRCA2 con sequenziatore di nuova generazione (NGS), di cui è dotato il Laboratorio di Oncologia Molecolare che rende l’Ospedale degli Infermi uno dei primi in Piemonte. «Nel nostro Paese» conclude Maria Scatolini, «solo il 65,2 percento delle pazienti è stata sottoposta al test genetico BRCA. Questo dato evidenzia come per almeno un terzo delle donne vi sia un ritardo nella diagnosi e una disparità nell’accesso ai test genetici, che segna così anche la mancata possibilità di accedere a nuove terapie».