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L’urologo Zaramella e i consigli di prevenzione per la prostata

Se il mese di ottobre è dedicato alla prevenzione e diagnosi precoce del tumore al seno, novembre è tradizionalmente dedicato alla sensibilizzazione nei confronti del tumore della prostata (novembre azzurro). Stefano Zaramella, direttore della struttura complessa di urologia dell’ospedale di Biella (e medico degli ambulatori del Fondo Edo Tempia) spiega come ci si può difendere e come curarsi dal tumore della prostata.

«In Italia» dice «ogni anno circa 370mila persone si ammalano di tumore, di queste circa 37mila sviluppano un tumore prostatico e circa 8mila persone all’anno muoiono per cancro alla prostata. Il fattore di rischio principale è l’età, infatti si tratta di una neoplasia rarissima nei giovani e molto frequente nell’anziano. Un altro fattore di rischio è la famigliarità, a seconda del tipo di alterazione genetica il rischio di contrarre un tumore alla prostata aumenta fino a sette volte se si ha un consanguineo con la malattia. Non esistono invece comportamenti a rischio (dietetici, sessuali, lavorativi ecc.) che aumentino il rischio di sviluppo di neoplasia prostatica. Da questo scenario ne deriva che è particolarmente importante più che una prevenzione nei comportamenti, una educazione della popolazione alla diagnosi precoce, soprattutto nella popolazione anziana».

La diagnosi precoce è particolarmente indicata per gli uomini dopo i 50 anni. Per individuare i soggetti con tumore prostatico è fondamentale eseguire un semplice esame del sangue: il PSA (antigene prostatico specifico). «Questo esame» spiega Zaramella «viene quindi interpretato dal medico curante o eventualmente dallo specialista urologo che valuteranno quali soggetti dovranno sottoporsi ad ulteriori accertamenti per escludere o confermare la presenza di un tumore«. A Biella questo test è messo a disposizione gratuitamente dal Fondo Edo Tempia: l’ambulatorio di via Malta 3 accoglie ogni settimana i pazienti per il prelievo di sangue, con le provette che vengono inviate al laboratorio analisi dell’ospedale, «ennesimo esempio» come dice il direttore sanitario del Fondo Adriana Paduos «di collaborazione proficua tra pubblico e privato non profit per il bene dei cittadini». Nel 2023 sono stati eseguiti 1.242 test, anche nelle sedi di Ponzone e di Santhià. In caso di valore del PSA che indica un problema della prostata, i pazienti vengono richiamati per una visita urologica svolta sempre grazie agli specialisti dell’Asl biellese per i necessari approfondimenti. «I dati ci dicono che i maschi» prosegue Paduos «sono meno propensi a tenersi sotto controllo. Ma la salute, ovviamente, è importante. E Novembre Azzurro ci aiuta a ricordarlo. A Biella, in più, possiamo dire che fare tutti i test necessari è davvero facile».

Nei pazienti con sospetto di tumore prostatico oltre alla tradizionale biopsia, negli ultimi anni si è affiancato un esame molto accurato: la risonanza magnetica multiparametrica prostatica, che aiuta ad evitare biopsie prostatiche inutili, e qualora la biopsia sia realmente necessaria, consente di eseguire biopsie molto più accurate. Aggiunge Stefano Zaramella: «Nella struttura complessa di radiodiagnostica dell’ospedale di Biella diretto da Stefano Debernardi, è presente un servizio di risonanza magnetica all’avanguardia nella diagnosi del tumore prostatico, avviato e sviluppato negli anni dalla responsabile Valeria Malfitana».

La diagnosi precoce è importante in quanto può salvare la vita, solo i pazienti con una diagnosi precoce e con una malattia diagnosticata in tempo si giovano della chirurgia miniinvasiva robotica o delle terapie alternative alla chirurgia come la radioterapia. Solo con una diagnosi precoce si può eseguire interventi sempre meni invasivi che lascino inalterate le funzioni urinarie e sessuali dell’uomo.

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