Consentire diagnosi veloci e sempre più accurate sui tumori, con la possibilità di avere in tempo reale un secondo parere dai migliori specialisti in campo oncologico: è questo lo scopo del sistema di Digital Pathology, presentato giovedì 27 maggio all’ospedale Sant’Andrea dell’Asl di Vercelli grazie al contributo generoso delle fondazioni Edo ed Elvo Tempia e Cassa di Risparmio di Vercelli. A usufruirne sarà la struttura complessa a direzione universitaria di Anatomia patologica diretta dal professor Guido Valente che disporrà in questo modo di uno strumento all’avanguardia sperimentato già dal 2018 a Biella, sempre grazie al contributo della Fondazione Tempia, impegnata da quarant’anni nella prevenzione, cura e ricerca sul cancro.
Il sistema permette di trasformare i “vecchi” vetrini, con i campioni di tessuto tumorale da osservare al microscopio, in immagini digitali ad altissima risoluzione che possono essere esaminate dallo schermo di un computer. Questa operazione, grazie al processo di archiviazione e di refertazione “in cloud”, può essere eseguita ovunque ci si trovi, con l’unica condizione di avere un accesso a internet. I vantaggi sono numerosi: è possibile, per esempio, un confronto in teleconferenza sulle patologie dei pazienti, condividendo e discutendo i casi complessi con gli specialisti indipendentemente dalla loro ubicazione geografica. Allo stesso modo le immagini dei campioni istologici possono essere osservate sia all’interno del reparto di anatomia patologica, sia negli analoghi reparti di altre strutture oncologiche e universitarie. Non solo: l’esperienza all’ospedale di Biella durante il lockdown del 2020 ha consentito ai medici di essere presenti a ranghi ridotti in ospedale, ma di garantire comunque diagnosi rapide e accurate lavorando da casa. Lo studio sul metodo di lavoro nei mesi di pandemia è stato pubblicato sulla rivista specializzata Journal of Pathology Informatics.
«Quello che oggi andiamo a presentare è un importante esempio di collaborazione» spiega il direttore generale dell’Asl di Vercelli, Angelo Penna. «L’iniziativa seguita dal professor Valente coinvolge infatti la nostra Asl, l’Università del Piemonte Orientale, la Fondazione Tempia e la Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli in un progetto strutturato ad elevata innovazione che consente di condividere dati clinici e sviluppare nuove conoscenze, stimolando i giovani medici al confronto tra pari e con i colleghi esperti e dà un contributo importante alla diagnostica clinica e alla ricerca nel campo dell’oncologia».
«I tempi d’attesa troppo lunghi per gli esiti degli esami» rimarca Viola Erdini, che presiede la Fondazione Tempia «sono tra i problemi più sentiti nella percezione della sanità pubblica da parte dei cittadini. Questo progetto si propone proprio di garantire diagnosi accurate e veloci e conferma ancora una volta come tra pubblico e privato non profit possa esserci un rapporto virtuoso che porta a risultati concreti»
«Il sistema di Digital Pathology consentirà di migliorare la qualità e le tempistiche delle diagnosi, che rappresentano il primo passo fondamentale per garantire un percorso di cura appropriato, efficiente ed efficace» aggiunge Pietro Presti, direttore generale della Fondazione Tempia. «La vera forza di questo progetto sarà la condivisione: le conoscenze dei migliori specialisti saranno messe in comune, anche in termini multidisciplinari, portando la telemedicina nell’ambito dell’anatomia patologica per la clinica, la formazione e la ricerca. Innovare, investendo in nuove tecnologie significa portare il futuro nel presente e garantire una sanità al passo con i tempi e i suoi nuovi bisogni, come quelli emersi durante la pandemia Covid-19».
«Il progetto Digital Pathology ha preso il via nel 2019» spiega il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli, Aldo Casalini, «una data che ci sembra ormai lontanissima a causa del lungo lockdown che ha congelato le nostre vite e le nostre iniziative fino ad ora. Il fatto che, finalmente, anche questo progetto riparta, è un segno di speranza nel futuro. Inoltre, verificare che si tratti di un sostegno alla sanità, così duramente provata, è momento di ulteriore conforto. Ribadisco, quindi, il nostro sostegno, in collaborazione con la Fondazione Tempia, affinché questa piccola rivoluzione tecnologica possa migliorare ulteriormente il ventaglio di offerte che l’Ospedale S. Andrea giornalmente cerca di affinare e integrare».