La formazione in servizio dei docenti è fondamentale per affrontare le nuove sfide che la scuola riserva ogni giorno ai professionisti del settore. Per questo gli insegnanti dell’istituto di istruzione superiore Quintino Sella hanno chiesto aiuto alla Fondazione Tempia: l’11 maggio una giornata di formazione e aggiornamento si è svolta al Laboratorio 24 della succursale di Città Studi e ha riguardato la tecnica della reazione a catena della polimerasi. A guidare la giornata è stato Enrico Grosso, PhD, ricercatore del laboratorio di oncologia molecolare della Fondazione Edo ed Elvo Tempia.
Grazie ai fondi di istituto la scuola si è dotata di un termociclatore per la reazione a catena della polimerasi (altrimenti conosciuta come PCR), apparecchiatura scientifica all’avanguardia che consente di aprire nuove opportunità e di sviluppare competenze anche per gli studenti. La PCR è una tecnica di biologia molecolare che consente la moltiplicazione (amplificazione) di frammenti di acidi nucleici (DNA e RNA) dei quali si conoscano le sequenze nucleotidiche iniziali e terminali. Questo consente di ottenere in vitro molto rapidamente la quantità di materiale genetico necessaria per successive applicazioni.
I docenti partecipanti hanno potuto seguire una lezione sui principi teorici e sui fattori da tenere in considerazione quando si mette a punto una reazione di PCR (temperature, tempi, reagenti, additivi), sul significato dei tre step (denaturation, annealing, elongation), sulla scelta e costruzione di opportuni primer. Inoltre hanno potuto assistere a una esecuzione dimostrativa sulla nuova strumentazione in dotazione e a una corsa elettroforetica con campioni già amplificati dei geni Kras e Nras. L’analisi mutazionale di tali geni è fondamentale nei pazienti con carcinoma colon-rettale metastatico, per decidere quale terapia applicare in ogni singolo caso.
La Fondazione Tempia da anni si occupa di prevenzione, screening e più recentemente di ricerca oncologica. Ma Enrico Grosso, nella sua lezione, ha suggerito altri campi di applicazione, legati allo studio delle malattie genetiche e infettive ma anche all’amplificazione di DNA ricavato da tracce anche minime che si possono reperire sulla scena di un crimine o al confronto tra due organismi simili di cui uno geneticamente modificato.
Le tre ore formative sono trascorse tra curiosità, domande, problem solving e anche perplessità, soprattutto sulle modalità di introduzione di una simile procedura nelle ore curricolari e di impostazione delle esercitazioni pratiche, per le quali sono fondamentali precisione, meticolosità e tanta pazienza nell’attesa dei tempi tecnici di esecuzione. Spetterà ai docenti stimolare curiosità negli studenti del Liceo delle Scienze applicate e del triennio di Chimica materiali e biotecnologie sanitarie e, con loro, mettere in pratica quanto appreso.
«Ringraziamo» sottolineano i docenti che hanno partecipato al corso «la Fondazione Edo ed Elvo Tempia e i ricercatori del laboratorio di oncologia molecolare e in particolare il dottor Enrico Grosso, grati per la disponibilità e la professionalità dimostrati e per questo motivo desiderosi di nuove collaborazioni».