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La speranza e la rinascita nelle voci del Bra Day

È un grido che ammutolisce gli spettatori quello di Claudia Vigneti, quando il suo racconto arriva al punto in cui un medico le comunica che deve affrontare, di nuovo, un tumore al seno. Si chiama recidiva, nel gergo medico che diventa anche quello delle pazienti. E fa paura «perché, per quelle della mia generazione, la parola cancro fa ancora paura». Anche se non è più il “male incurabile” che era diventato sinonimo nel corso degli anni. Anche per questo il suo spettacolo, cuore del Bra Day di martedì a palazzo Gromo Losa, ha parlato soprattutto di rinascita: «Se vuoi riparare la tua vita, devi riparare i tuoi sogni» è stato il messaggio che l’attrice e autrice (ma anche psicologa) ha voluto scrivere sullo striscione srotolato insieme alle altre donne e al musicista che l’hanno aiutata a mettere in scena “Fate le brave”.

Il linguaggio del teatro è stato quello che ha scelto il Fondo Edo Tempia per l’edizione 2025 dell’appuntamento che parla di informazione e sensibilizzazione, nel mese che nel mondo è dedicato ai tumori alla mammella. Per volontà del Fondo e dell’Asl di Biella, che è co-organizzatrice, la data è più vicina possibile al 13 ottobre, la giornata nazionale sul tumore al seno metastatico, promossa da Europa Donna Italia. Ed è stato uno dei temi toccati nella breve conversazione che è seguita allo spettacolo. «È vero, il cancro al seno colpisce una donna su otto» ha ricordato Adriana Paduos, direttore sanitario del Fondo Edo Tempia e senologa. «Ma oggi nell’88 per cento dei casi si guarisce. Ecco perché, per seguire la strada verso la diagnosi precoce, è essenziale la prevenzione, fatta di controlli periodici e resa possibile dai programmi di screening come quello che curiamo insieme all’Azienda sanitaria». Francesco Leone, direttore di oncologia all’ospedale di Biella, ha ricordato l’impegno per seguire le pazienti passo dopo passo, dalla diagnosi al cosiddetto follow up, menzionando tre campi di collaborazione tra la sanità pubblica e il Fondo Edo Tempia: «Grazie al laboratorio di oncologia molecolare abbiamo analisi dettagliate che ci consentono di riconoscere il tipo di tumore e personalizzare la terapia. Stiamo lavorando a un progetto che ci consenta di fare prevenzione in caso sia necessario accertare la familiarità della malattia. E con l’estetica in oncologia, ci prendiamo cura del benessere delle donne anche sotto un altro aspetto». Massimiliano Bortolini, il senologo che coordina la “breast unit” dell’Asl, ha invece ringraziato Claudia Vigneti per aver mostrato il punto di vista di chi si ammala: «Noi medici siamo dall’altra parte della scrivania, quando viene comunicata la notizia di un tumore a una paziente. È stato importante ed emozionante sentire la voce di chi ci ascolta attraverso questo spettacolo».

Una voce, quella di Claudia Vigneti, che parla di speranza e di rinascita, dopo una vita passata a pensare di se stessa “Se faccio la brava, magari mi tengono”: «A noi che ci siamo ammalate e ci mettiamo sempre all’ultimo posto, dico che è arrivato il momento di riprenderci i nostri sogni. Fino a oggi siamo sopravvissute ma oggi è tempo di vivere davvero». Dopo gli applausi (tanti) del pubblico di palazzo Gromo Losa, nell’auditorium concesso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, c’è stata anche la grande generosità. Le attrici, come si fa negli spettacoli, hanno atteso con il cappello trasformato in salvadanaio le persone che si avviavano all’uscita, per l’offerta libera che era legata alla giornata, destinata alla compagnia teatrale e ai programmi di prevenzione del Fondo Edo Tempia. «Ringraziamo di cuore i presenti» è il messaggio di Simona Tempia e Viola Erdini, presidente e vice «per non aver fatto mancare il loro sostegno nemmeno in questa occasione».

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