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ANCORA RICONOSCIMENTI PER I LABORATORI DI RICERCA DELLA FONDAZIONE TEMPIA

La Fondazione Tempia, oltre a operare in modo sinergico con le aziende sanitarie di riferimento e le università piemontesi, ha da tempo attivato, al suo interno, laboratori e programmi di ricerca scientifica in tema di prevenzione e cura dei tumori. Il Laboratorio di oncologia molecolare, di recente trasferito all’interno delle strutture del nuovo ospedale di Biella, e il Laboratorio di Farmacogenomica, operante nella sede istituzionale della Fondazione, collaborano infatti con altri importanti centri di ricerca nazionali e internazionali in modo da concorrere alla migliore realizzazione del piano oncologico regionale, con il fine ultimo di migliorare le condizioni dei pazienti oncologici e di rafforzare i programmi di prevenzione e di ricerca scientifica.

LAB FARMACOGENOMICA FET staff copia 2Il Laboratorio di Farmacogenomica dei tumori della Fondazione Tempia, inaugurato nel 2001, è uno dei laboratori italiani meglio attrezzati per la genomica applicata e, inoltre, accoglie studenti per lo svolgimento di tirocini formativi e tesi di laurea, di master o di dottorati di ricerca in convenzione con le università. Nato con l’intento di individuare nuovi marcatori in grado di caratterizzare i tumori dal punto di vista molecolare, sviluppa progetti di ricerca volti a scoprire indicazioni utili per poter predire l’aggressività delle neoplasie e la risposta a terapie antitumorali quali la radioterapia, la chemioterapia o le nuove terapie a bersaglio molecolare; in ambito sia neoadiuvante, prima dell’intervento chirurgico, sia adiuvante, dopo l’intervento chirurgico. Tutto ciò viene realizzato analizzando il genoma (l’elemento che contiene le informazioni genetiche di una cellula) e il trascrittoma (deriva dal genoma ed è l’insieme di molecole che provvedono a trascrivere l’informazione genetica) di tessuti tumorali prelevati da casistiche anonime di pazienti e associando i risultati di queste analisi ai dati clinico-patologici del tumore e ai controlli periodici del paziente in cura.

Un primo esplicito riconoscimento è stato la citazione, sulle pagine scientifiche del quotidiano La Stampa, del contributo dei ricercatori della Fondazione Tempia da parte del professor Paolo Gontero della Clinica Urologica universitaria di Torino, in merito alla clamorosa scopertcopertina_Nature_Cell_Biologya sui rischi oncologici da assunzione di integratori alimentari. Un altro prestigioso riconoscimento al lavoro del Laboratorio diretto da Giovanna Chiorino, è stato invece la recente pubblicazione su Nature Cell Biology, rivista medico-scientifica di respiro internazionale dall’altissimo “impact factor” (la misura che serve per dare una valutazione empirica dell’importanza e della credibilità delle riviste stesse), del lavoro condotto da Gian Paolo Dotto*, professore dell’Università di Losanna e del Massachusetts General Hospital di Boston, al quale ha collaborato attivamente Paola Ostano, ricercatrice del laboratorio della Fondazione Tempia che spiega così lo studio al quale ha partecipato: «I tumori solidi crescono su una matrice di cellule stromali, che nel loro complesso formano il cosiddetto stroma, un tessuto che normalmente funge da sostegno per i vari organi del nostro corpo. Le interazioni tra tumore e stroma hanno un ruolo molto importante nella crescita e progressione tumorale e sono oggetto di studio da parte dell’équipe del professor Dotto. Lo stroma che circonda i tumori epiteliali è caratterizzato dalla proliferazione di particolari cellule, i fibroblasti, che esprimono determinati marcatori e che sono denominati CAF (Cancer Associated Fibroblasts). Nello studio pubblicato su Nature Cell Biology si sono delucidati i meccanismi molecolari che stanno alla base dell’attivazione dei CAF e che coinvolgono la concomitante perdita di funzionalità di due geni: CSL e p53. Questo evento, oltre a portare all’attivazione dei CAF, promuove l’espansione delle cellule tumorali e delle corrispondenti cellule stromali. Questo è stato dimostrato principalmente per i fibroblasti del derma, ma anche della mucosa orale, della mammella e del polmone. Lo studio è particolarmente importante perché pone le basi per interventi terapeutici volti a ripristinare l’attività dei geni CSL e p53 in queste cellule, contrastando il processo di coevoluzione tra stroma e tumore. Bisogna infatti ricordare che le alterazioni a livello dello stroma possono anticipare e causare l’insorgenza del tumore stesso e sono responsabili delle lesioni neoplastiche multifocali e recidivanti». 

*Italiano, di origini biellesi, Gian Paolo Dotto si laurea in medicina a Torino nel 1979. Dopo il suo dottorato alla Rockefeller University di New York, ha continuato la sua formazione al Mit Cancer Center di Cambridge. Successivamente viene nominato professore associato all’Università di Yale, alla Harvard Medical School e al Massachusetts General Hospital di Boston, ove è nominato professore ordinario nel 2000 e ora dirige il Laboratorio di biologia molecolare. Dal 2002 è inoltre professore ordinario al Dipartimento di biochimica dell’Università di Losanna. Fa parte di numerosi comitati internazionali di valutazione scientifica ed è stato insignito di vari prestigiosi premi  per la ricerca sul cancro.

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