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Digital Pathology, a Biella arrivano le diagnosi digitali

Immaginate un tavolo di una sala riunioni e, seduti tutt’intorno, i migliori patologi dei centri oncologici specializzati d’Italia, che mettono la loro esperienza in comune per esaminare il vetrino di un prelievo di sospette cellule tumorali. E immaginate che lo facciano ogni giorno, per consegnare il referto della loro analisi in tempo reale ai medici che si occuperanno della terapia. Impossibile? Non nell’era digitale. E non con il progetto che Asl Biella ha fatto partire con il contributo fondamentale di Fondazione Edo ed Elvo Tempia e Fondazione Cassa di Risparmio. Il “vecchio” vetrino sarà passato allo scanner e trasformato in immagine digitale ad altissima risoluzione che, attraverso la rete, può essere vista ed esaminata da qualunque specialista sia collegato al computer e abilitato all’accesso dal sistema. Si chiama digital pathology ed è un’innovazione unica in Italia di cui i pazienti oncologici biellesi saranno i primi beneficiari. Fondazione Tempia e Fondazione Crb hanno acquistato le apparecchiature, uno scanner e un software che consenta di gestire lo scambio di immagini, informazioni e referti, «ma il vero punto di forza» ha affermato Pietro Presti, direttore generale della Fondazione, nel giorno della presentazione, «è il progetto, primo in Italia e uno dei pochi a puntare sulla diagnosi dei tumori, un ambito su cui storicamente si è investito meno che nella cura».

La presidente della Fondazione Tempia Viola Erdini tra Angelo Penna e Gianni Bonelli (Asl Biella)
La presidente della Fondazione Tempia Viola Erdini tra Angelo Penna e Gianni Bonelli (Asl Biella)

Eppure riconoscere “il nemico” è il primo, preziosissimo passo per studiare il modo più efficace per affrontarlo. E farlo in tempi rapidi aumenta la possibilità di cure più tempestive: «Da diverse regioni ho ascoltato lamentele sui tempi d’attesa troppo lunghi per gli esiti degli esami» ha ricordato Viola Erdini, presidente della Fondazione Tempia. «Questo progetto ha il proposito di garantire diagnosi accurate e veloci. E, lo dico da da presidente ma anche da cittadina, è una soddisfazione vedere applicata in questo modo la sinergia tra pubblico e privato». Per la Fondazione Tempia non è una novità: basti pensare alla recente donazione all’ospedale di Biella di Dignicap, l’apparecchiatura che previene la caduta dei capelli nelle pazienti di tumore al seno che affrontano la chemioterapia, ma anche ai progetti, dallo screening alla ricerca, che si sviluppano in sinergia tra la sede di via Malta e la sanità pubblica. «Non posso che ringraziare le fondazioni per il loro sostegno» ha aggiunto Gianni Bonelli, direttore generale dell’Asl Biella. «Questo sistema ci consente di operare con massima efficienza e ci offre la possibilità di fare consulti potenzialmente con specialisti dall’altra parte del mondo e, nella prassi quotidiana, con gli specialisti delle strutture sanitarie con cui abbiamo stipulato una convenzione».

Lorenzo Liscia, direttore di Anatomia Patologica dell'Asl Biella, con Pietro Presti, direttore generale della Fondazione Tempia
Daniele Liscia, direttore di Anatomia Patologica dell’Asl Biella, con Pietro Presti, direttore generale della Fondazione Tempia

A guidare il progetto è il reparto di anatomia patologica dell’ospedale di Biella, diretto da Daniele Liscia: «Il nostro ospedale è una struttura nuova e splendida» ha commentato «ma, dal punto di vista logistico, un po’ defilata rispetto alla rete regionale. Faccio un esempio concreto: per un caso di linfoma su cui volevo avere conforto da uno specialista delle Molinette, ho spedito i vetrini a Torino e ho avuto la sua opinione dopo una settimana. Con il sistema di digital pathology possiamo invece condividere le diagnosi in tempo reale. Diventeremo gli unici in Italia a farlo come prassi quotidiana». Nel concreto, sarà come avere un’équipe di medici altamente specializzati sempre a disposizione, «grazie alla rete di contatti» ha aggiunto Liscia «che abbiamo allacciato con i principali centri oncologici innanzitutto della regione ma potenzialmente del mondo intero». In pratica, sarà possibile coinvolgere per un parere il miglior esperto disponibile di ogni tipo di tumore («Ce ne sono più di duecento, ma ho smesso di contarli…» ha detto Liscia) per ogni diagnosi.

E il bello è che questo progetto innovativo si sviluppa in una realtà tutto sommato piccola come Biella, come ha sottolineato Pietro Presti: «È un’iniziativa che parte da un ospedale generalista di provincia che però ha fin da subito avuto una forte vocazione oncologica. Con questo sistema, miglioreranno notevolmente qualità e tempistica delle diagnosi. La vera forza di questo progetto sarà la condivisione, le conoscenze dei migliori specialisti che vengono messe in comune. E l’obiettivo di lungo periodo è che questo sistema diventi routine, non solo a Biella».

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